L'invisibile differenza tra effimero ed eterno
Nel quinto giorno del nostro #CampoScuola a #Levanto coi ragazzi delle medie, siamo impegnati nella seconda escursione a piedi: da Levanto a Punta Mesco, poi sosta alle rovine dell'Eremo di S.Antonio al Mesco e di nuovo in cammino verso il Santuario di Nostra Signora del Soviore.
A questo luogo siamo piuttosto legati perché tre anni fa abbiamo iniziato qui la nostra serie di CampiScuola nel territorio delle Cinque Terre.
A questo luogo siamo piuttosto legati perché tre anni fa abbiamo iniziato qui la nostra serie di CampiScuola nel territorio delle Cinque Terre.
Infine, dopo il pranzo e un assolutamente necessario momento di relax per ricaricarsi (avevamo già camminato 12km ed eravamo in giro da 5 ore), discesa a Monterosso al Mare e pomeriggio in spiaggia con bagno nello splendido mare dell'Area Marina protetta delle Cinque Terre.
Prima di partire, nella preghiera del mattino, abbiamo ascoltato il capitolo XV de Il Piccolo Principe: l'incontro col geografo. Il tono è stato subito segnato da una certa tristezza e preoccupazione per le notizie frammentarie che giungevano dalle zone colpite dal terribile terremoto in provincia di Rieti e tante altre regioni circostanti, e abbiamo subito rivolto un pensiero e una preghiera al Signore per le vittime e i parenti delle vittime di questa terribile tragedia. Abbiamo capito di essere - davvero - esseri effimeri, fragili, attaccati ad un filo che si chiama "speranza":
"Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura sempre" (cfr Is 40,6b-11) ci ha ricordato Isaia (nel brano che abbiamo scelto per illuminare con la Parola di Dio la paginetta de Il Piccolo Principe). Ecco, proprio alla Parola di Dio (che non è per nulla simile alle nostre vuote parole blaterate al vento, ma è sempre Parola mantenuta), ci siamo affidati per questa camminata che era l'ennesimo simbolo condensato della nostra vita.
Alla preghiera della sera abbiamo letto invece del primo incontro del Piccolo Principe col serpente (cap. XVII): occasione ancora una volta di riflettere sulla piccolezza delle nostre pretese umane.