Che c'entra Sant'Alessandro?

Statua di Sant'Alessandro, martire
Appunto, direte voi, cari lettori, ma Sant'Alessandro cosa c'entra? Cosa ci "azzecca" col romanzo Momo di Michael Ende?
Beh, certo, il Patrono della Diocesi e della Città di Bergamo non è uno dei personaggi del libro che ci ha guidato e ispirato in questi giorni. E non abbiamo scelto lui perché fossimo "a corto" di idee o di personaggi ufficiali.
Oggi siamo felici di concludere la nostra stupenda avventura sotto la protezione e con l'esempio di questo grande Santo.
Momo è un romanzo fantastico, e ci sono storici che si ostinano a dire che la Legione Tebea (della quale il nostro Soldato Alessandro era Vessillifero) fosse solo una leggenda... ma ancora: non è questo il legame tra Momo e il Patrono di Bergamo (anche perché - legione Tebea o no - noi siamo certi che Sant'Alessandro abbia dato il via ad una prodigiosa storia di santità nella nostra Diocesi, versando il suo sangue: il Sangue dei Martiri è il seme di nuovi cristiani diceva Tertulliano).
No, il legame è molto più forte... il percorso fatto seguendo gli spunti del romanzo Momo ci ha portato a capire che il Tempo che ci è donato ha senso solo se lo sprechiamo per ciò (e per chi) vale veramente. Essere martiri come Sant'Alessandro non sarà possibile per tutti. Versare tutto il proprio sangue in una volta sola nel dono supremo e totale della propria vita non è la strada di tutti.
Tutti invece possiamo donare la nostra vita una goccia alla volta. Il nostro tempo è il dono di noi stessi che possiamo fare una goccia alla volta, un secondo dopo l'altro!
Gesù (ci ha ricordato il brano di vangelo di questa solennità) ci ha comandato di amarci gli uni gli altri come ci ha amati Lui. Non è una costrizione (costringere qualcuno ad amare sarebbe la cosa più assurda del mondo) ma l'invito a ricordarci che Dio ci ha creati capaci di Amare, e di Amare come Lui, gratuitamente, fino a donare la nostra vita!
Un essere umano che non vive per Amare così sarebbe come una Ferrari utilizzata per andare a fare la spesa girando a 10Km/h per le strade polverose di un piccolo villaggio rurale!

Condividiamo coi nostri lettori il bellissimo testo che ha aperto la nostra giornata alla preghiera del mattino:

La Nuvola e la Duna

Una nuvola giovane giovane (ma, è risaputo, la vita delle nuvole è breve e movimentata) faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni gonfi e bizzarri.

Quando passarono sul grande deserto del Sahara, le altre nuvole, più esperte, la incitarono: «Corri, corri! Se ti fermi qui sei perduta».

La nuvola però era curiosa, come tutti i giovani, e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così simile ad una mandria di bisonti sgroppanti.

«Cosa fai? Muoviti!» - le ringhiò dietro il vento.

Ma la nuvoletta aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo affascinante. E planò leggera leggera.

Le dune sembravano nuvole d’oro accarezzate dal vento.

Una di esse le sorrise. «Ciao» - le disse. Era una duna molto graziosa, appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma.

«Ciao. Io mi chiamo Ola» - si presentò la nuvola.

«Io, Una» - replicò la duna.

«Com’è la tua vita lì giù?»

«Beh... Sole e vento. Fa un po’ caldo ma ci si arrangia. E la tua?»

«Sole e vento... grandi corse nel cielo»

«La mia vita è molto breve. Quando tornerà il gran vento, forse sparirò»

«Ti dispiace?»

«Un po’. Mi sembra di non servire a niente»

«Anch’io mi trasformerò presto in pioggia e cadrò. È il mio destino»

La duna esitò un attimo e poi disse: «Lo sai che noi chiamiamo la pioggia “Paradiso?”»

«Non sapevo di essere così importante» - rise la nuvola

«Ho sentito raccontare da alcune vecchie dune quanto sia bella la pioggia. Noi ci copriamo di cose meravigliose che si chiamano erba e fiori»

«Oh, è vero. Li ho visti»

«Probabilmente io non li vedrò mai» - concluse mestamente la duna.

La nuvola rifletté un attimo, poi disse: «Potrei pioverti addosso io...»

«Ma morirai…»

«Tu però, fiorirai» - disse la nuvola e si lasciò cadere, diventando pioggia iridescente. Il giorno dopo la piccola duna era fiorita. 


Una delle più belle preghiere che conosco dice:

«Signore, fa’ di me una lampada.
Brucerò me stesso, ma darò luce agli altri».